Riforma pensioni, CONFAPI al tavolo con il Ministro Calderone
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Il Vicepresidente di CONFAPI, Francesco Napoli, ha preso parte al tavolo per la riforma pensioni, svoltasi lunedì 26 giugno scorso, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, alla quale ha partecipato anche il ministro Marina Elvira Calderone.
Alla presenza delle imprese prima, e dei sindacati poi, il Ministro Calderone ha evidenziato quali saranno i punti più importanti da affrontare, anche in vista della legge di Bilancio 2024. In questa che può essere definita come una giornata interlocutoria, è emersa la proposta del Governo di riordino delle varie misure di scivolo previdenziale, al fine di prevedere uno strumento unico che permetta ai lavoratori coinvolti da logiche di ricambio generazionale in azienda di poter uscire, fino a sette anni prima, rispetto alla più vicina data utile di pensione di vecchiaia o di anzianità contributiva.
“Su scala nazionale – ha evidenziato Napoli nel corso del suo intervento – stiamo assistendo a una costante decrescita della quota di popolazione in età lavorativa e a un conseguente incremento della quota di lavoratori prossimi all’età pensionabile sul totale della forza lavoro. Le potenziali criticità derivanti da questo trend sono evidenti in termini di sostenibilità della spesa previdenziale”.
Per CONFAPI sono necessari interventi strutturali anche in relazione al riordino dei diversi interventi tampone operati in materia pensionistica e delle opportunità di un ritiro anticipato dal lavoro. Una strada da seguire per gravare meno sul sistema pensionistico è rappresentata, secondo la Confederazione delle PMI private, dallo strumento della “staffetta previdenziale”. Un processo che garantirebbe una transizione fluida e un passaggio del testimone tra le generazioni, consentendo a queste ultime di assumere ruoli di leadership e di influenzare il futuro della società in modo positivo.
“Questa soluzione – ha aggiunto Napoli – sarebbe positiva sia per le aziende, che fanno retencion alle maestranze aziendali in questo momento di carenza di personale qualificato, sia per la finanza pubblica, perché non gravano oneri a carico del sistema previdenziale, poiché si evita di pagare le pensioni”.