Questo sito utilizza cookie tecnici ed analytics, anche di terze parti, per monitorare funzionalità, login ed accessi al sito. Se continui a navigare accetterai l’uso di questi cookie.

CONFAPI ANIEM informa: aggiornamento sulla riforma del Codice Appalti

Lo scorso 30 settembre, la Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera ha terminato l’esame degli emendamenti presentati sul DDL per la riforma del codice degli appalti, trasmettendo il testo alle commissioni in sede consultiva.
All’esito del proprio esame, la Commissione ha stabilito che la Riforma avrà un avvio a scaglioni.

Entro il 18 aprile 2016 dovrà essere approvato il decreto legislativo per il recepimento delle direttive 2014/23/Ue sui contratti di concessione, 2014/24/Ue sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE) e 2014/25/Ue sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE), che abrogherà le parti del vecchio Codice Appalti (D.lgs. 163/2006) in contrasto con le direttive europee e introdurrà disposizioni di coordinamento, mentre il nuovo Codice Appalti vero e proprio sarà approvato entro il 31 luglio 2016, con i contenuti del decreto di recepimento delle direttive più le eventuali disposizioni correttive.
Sulla base del nuovo Codice Appalti saranno infine emanate le linee guida elaborate di concerto tra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e l'ANAC, che sostituiranno il regolamento attuativo del Codice e che dovranno essere sottoposte al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Questa ultima  soluzione costituisce, secondo Cantone stesso, “una nuova frontiera di forte sperimentazione perché introduce una soft regulation che consente un maggiore confronto con il mercato e che rappresenta la vera svolta contenuta in questa riforma”.
Nell’esame del DDL, la Commissione ha ad oggi approvato numerosi emendamenti al testo definito dal Senato:

A) un emendamento che obbliga le Stazioni Appaltanti a pubblicare i bandi di gara sul proprio sito web, al fine di favorire le gare telematiche ed eliminare l’obbligo di pubblicità sui giornali, introdotto dal decreto Spending Review, che costituiva un onere a carico del vincitore;
B) un emendamento che esclude l'applicazione degli incentivi alla progettazione per i dipendenti pubblici: le risorse saranno destinate ad attività di programmazione e controllo, con ripercussioni positive sulla trasparenza amministrativa.


Sono invece ad oggi confermati, con qualche piccola modifica, gli altri contenuti della delega, cioè i principi ispiratori sulla base dei quali dovrà essere scritto il nuovo Codice: i servizi di ingegneria e architettura e tutti i servizi di natura tecnica saranno affidati attraverso i criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; la fase progettuale e la qualità architettonica saranno valorizzate con l’introduzione dei concorsi di progettazione; i progetti dovranno essere pubblicati online per garantire la ponderazione delle offerte; sarà incoraggiato inoltre l'uso del BIM - Building Information Modeling - per la simulazione elettronica delle informazioni edilizie; saranno ammesse deroghe alle procedure ordinarie solo in casi di emergenza; la qualificazione delle imprese si baserà su requisiti formali, come il fatturato o il numero di addetti, ma anche sulla “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti; in caso di inadempimento da parte dell’appaltatore, la Stazione Appaltante procederà al pagamento diretto dei subappaltatori; in alcuni casi da definire, sarà obbligatorio indicare tre subappaltatori per ogni categoria di lavori da subappaltare e l'idoneità delle imprese dovrà essere garantita dal titolare del contratto d'appalto.
Viene invece eliminato il divieto assoluto di affidamenti in house inizialmente previsto, laddove, negli appalti sopra i 150 mila euro, l'80% dei lavori dovrà essere affidato con gara e il 20% potrà andare alle società partecipate. Cantone, che ha contributo alla modifica di questa norma, sostiene che sia una garanzia di equilibrio, in quanto “sarebbe stato un paradosso consentirlo per il settore pubblico e non per quello privato che dovrebbe avere un potere di autorganizzazione, sia pure nel rispetto delle regole sugli appalti. Inoltre, “il potere di vigilanza che viene attribuito all'Anac garantirà che i lavori che i concessionari realizzeranno in proprio siano davvero in house senza sfociare in figure tipo general contractor”.

In allegato il testo approvato dalla Commissione.